Attacchi di Panico. La vita all’improvviso

Attacchi di Panico. La vita all’improvviso

Può accadere, ad un certo punto della vita – ma non certo ad un punto qualunque – che qualcosa si incrini, entri “in crisi” e che a dircelo sia il nostro corpo.
Può accadere, allora, di essere su un autobus e all’improvviso sentire che l’aria scarseggia, che forse si sta per svenire. O durante una riunione importante, iniziare a sudare, con il cuore a mille, la paura che i colleghi se ne accorgano. O ancora di passeggiare in centro e all’improvviso sentirsi sprofondare sottoterra, invasi da un senso di vertigine, il bisogno impellente di scappare.
Ogni persona che affronta una crisi di ansia, un attacco di panico, potrebbe fare un racconto unico e diverso da quello di tutte le altre.
Alcune persone associano questo forte stato di disagio a situazioni specifiche, per altre è invece del tutto inatteso. Per tutte, si tratta di stati di forte disagio di difficile comprensione e gestione, da cui si vuole solo fuggire.
Nei manuali diagnostici dei disturbi mentali, gli attacchi di panico vengono appunto ascritti all’interno dei disturbi di ansia, ne sono cioè un sintomo. I disturbi di ansia, in generale, si caratterizzano per un’attivazione (di paura, di ansia, di evitamento) sproporzionata rispetto al “pericolo” reale. Gli attacchi di panico in particolare rappresentano delle attivazioni psicofisiologiche particolarmente intense, come se si fosse dinnanzi ad una minaccia incombente.

La letteratura individua in 4 aree sintomatologiche le principali caratteristiche di un attacco di panico.

Le manifestazioni somatiche possono riguardare:
  • l’apparato cardiovascolare (palpitazioni,tachicardia, dolore al petto)
  • l’apparato polmonare (sensazione di soffocamento, sensazione di asfissia)
  • l’apparato neurovegetativo (sudorazione, calore, brividi, secchezza delle fauci)
  • l’apparato neurologico (tremore, formicolii, scosse, vertigini, senso di svenimento)
  • l’apparato gastrointestinale (nausea, disturbi addominali).
Dal punto di vista psicologico, la persona è completamente concentrata su quanto sta accadendo al suo corpo e preda della paura che possa accadere qualcosa di terribile (fin ad aver paura di morire, o di “impazzire”).
Le risposte possono essere considerate come un disturbo se sono abnormi, frequenti e persistenti e se compromettono il funzionamento generale della persona.

E la mente?
Spesso le persone afflitte da attacchi di panico, cercano – comprensibilmente – sollievo da questi episodi invalidanti (attraverso farmaci o strategie di gestione del disagio) e, a volte, rifuggono da una psicoterapia a lungo termine, volta a far emergere i significati più profondi delle difficoltà sperimentate.Il supporto farmacologico o comportamentale è molto importante, come lo sono gli eventuali accertamenti sanitari volti ad escludere eventuali patologie di ordine organico, valutabili dal personale medico. Ma è importante che l’eliminazione del sintomo non venga considerato come l’unico obiettivo possibile e che la persona non dimentichi di essere un’unità, in cui psiche e corpo non sono separati.
Ecco che allora il sintomo attacco di panico potrebbe essere letto come un messaggio che la mente non “pensa”, ma sente. E se la mente non riesce a “pensare” la propria sofferenza, allora il corpo parla e racconta.
Molto probabilmente racconta che qualcosa non va, che forse non ci stiamo ascoltando, che forse non stiamo vivendo la vita che vorremmo, che forse c’è qualcosa, “dentro”, che vuole esplodere, farsi sentire.
Impazzire, in questo senso, è una splendida metafora della voglia di nascere e di vivere in maniera autentica la propria esistenza. Per quanto sia difficile crederlo, gli attacchi di panico, quando parlano del nostro mondo interiore,  rappresentano la rottura di un falso equilibrio che la persona non riesce più a sostenere e, quindi, un’opportunità a cui vale la pena offrire spazio, tempo ed ascolto.
Fonti
M. Rossi Monti “Manuale di psichiatria per psicologi”, Carocci Editore, 2016
 C. Dario, R. Saba, L. Testa, “Attacchi di panico, il corpo che grida” L’asino d’oro editore, 2018
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