Il Sonno e i Disturbi del sonno

Il Sonno e i Disturbi del sonno

Il Sonno può essere definito come quella condizione dell’organismo in cui è presente un “diverso” stato di coscienza rispetto alla veglia, una minore reattività agli stimoli ambientali e l’assenza di attività relazionale.

Si compone di fasi differenti, in cui possiamo distinguere due tipologie principali: il sonno REM e quello NON-REM, che si ripetono ciclicamente.

La fase NON-REM è caratterizzata da un sonno profondo e da parametri fisiologici (per esempio il ritmo e la profondità della respirazione, il battito cardiaco etc.) che denotano uno stato di rallentamento delle funzioni fisiologiche.

Nella fase REM, invece, l’attività cerebrale è più simile allo stato di veglia, i movimenti oculari sono rapidi e, al contempo, è presente la perdita del tono muscolare: è in questa fase che vengono prodotti i sogni.

La qualità del sonno è legata all’andamento della fase REM e di alcune sottofasi del sonno NON-REM.

I “disturbi del sonno” sono molto diffusi nella popolazione ed è difficile che vi siano individui che, magari in momenti particolari della propria esistenza, non abbiano sperimentato difficoltà in questo senso: da quelle nell’addormentamento, ai risvegli continui, fino al risveglio precoce nelle prime ore della mattina.

In realtà non sempre le difficoltà percepite dai singoli individui sono riconducibili ad un vero e proprio “disturbo del sonno”.

Cosa significa quindi “Disturbo del sonno” e quali ne sono le caratteristiche?

Spesso si tende ad identificare i Disturbi del sonno con l’Insonnia, mentre quest’ultima ne è solo una delle diverse tipologie.

I disturbi del sonno vanno distinti in Primari, Correlati ad altro Disturbo Mentale, dovuti ad una Condizione Medica generale o Indotti da sostanze.

Questi disturbi sono tali da compromettere le funzioni necessarie a svolgere le attività quotidiane.

I Disturbi Primari sono quelli che dipendono da anomalie endogene nella generazione e regolazione del ritmo sonno-veglia. Essi possono essere divisi in Dissonnie e Parasonnie.

Le Dissonnie, sono quei disturbi legati all’inizio del sonno e/o al mantenimento dello stesso, in cui qualità/quantità del sonno sono alterate, o in cui c’è un eccesso di sonnolenza.

Quindi Insonnia, Ipersonnia, Narcolessia, Sindrome delle gambe senza riposo, Disturbo del sonno correlato al respiro, Disturbo del ritmo circadiano del sonno e Dissonnia n.a.s. (non altrimenti specificata).

Le Dissonnie si differenziano dalle Parasonnie, perché queste ultime sono caratterizzate da comportamenti anomali/eventi fisiologici che si manifestano durante il sonno, non legati ad una alterazione del ritmo sonno-veglia: Disturbo da incubi, Disturbo da terrore nel sonno, Disturbo da sonnambulismo e Parasonnia n.a.s.

Come si vede, quindi, i disturbi del sonno sono molteplici e caratterizzati da fattori causali e processi differenti.

Parlare di “insonnia” può quindi in molti casi essere riduttivo, o semplicemente scorretto.

Perché è importante fare questa considerazione?

Non è infrequente che, di fronte a persistenti difficoltà legate al sonno, le persone si rechino dal proprio medico di base, chiedendo di poter assumere farmaci ipnoinducenti, la cui assunzione è certamente funzionale alla gestione del sintomo.

I Disturbi del sonno, tuttavia, possono rappresentare una patologia in sè, oppure essere il sintomo di un disagio di altra natura.

L’insonnia può essere “transitoria”, quando legata ad eventi particolari, che provochino delle emozioni intense (ad esempio prima di un esame importante, di una visita medica, di un incontro molto desiderato etc); oppure quando ci siano condizioni fisiche (un’influenza) o ambientali (un luogo rumoroso) che possano provocarla.

Si tratta di un tipo di insonnia che potremmo definire “fisiologica” e che tenderà ad esaurirsi in seguito alla cessazione dello stimolo.

L’insonnia “a breve termine” è invece quella che può perdurare anche alcune settimane e che consegue ad eventi particolarmente difficili, che possono interessare il paziente (ad esempio un lutto, o la scoperta di una malattia).

Anche questo tipo di insonnia tenderà poi ad esaurirsi, con il progressivo adattamento del soggetto alle nuove condizioni. Tuttavia, nei casi più gravi, essa può prolungarsi nel tempo, tanto da rendere necessario rivolgersi ad uno specialista.

L’insonnia “cronica” è talmente persistente, da divenire un disturbo che quasi “caratterizza” il soggetto che ne soffre. Questo “stigma”, paradossalmente, può essere alla radice di una mancata indagine relativa al disturbo, che quindi pervade l’esistenza del paziente, condizionandone la stabilità emotiva, le capacità produttive, l’efficienza, ed in generale il benessere psicofisico.

L’insonnia cronica può essere considerata come un vero e proprio Disturbo del sonno:

Può quindi coincidere con l’Insonnia primaria , in cui il vissuto presente è quello di una difficoltà ad iniziare o mantenere il sonno, per almeno un mese, e che è causa di affaticamento e menomazione del funzionamento sociale, lavorativo e di altre aree importanti.

Oppure può coincidere con altre forme di Insonnia, come per esempio quella Correlata ad altri Disturbi Mentali: in questo caso l’insonnia –che eppure è al centro delle preoccupazioni del paziente- è, in realtà, secondaria rispetto ad altri disturbi quali quelli dell’Umore e quelli d’Ansia, che invece il soggetto non riesce a discriminare.

Di fronte ad un disturbo del sonno, è necessario quindi compiere degli approfondimenti, per capire se questo possa essere di natura endogena, oppure legato ad altri fattori, quali una particolare condizione medica; l’assunzione di sostanze; un disagio di natura psicopatologica.

Sarà quindi sicuramente importante rivolgersi al proprio medico di base, ma non tanto per risolvere nel breve periodo il sintomo attraverso l’uso di un farmaco, quanto per impostare un programma di approfondimento della problematica, che coinvolga in primo luogo la dimensione fisica, e poi quella psicologica.

Rispetto a questo ultimo punto, sarà allora importante, qualora se ne ravvedano le motivazioni, richiedere il consulto di uno specialista del settore.

Write a Comment