L come lettino (dello psicoanalista)

L come lettino (dello psicoanalista)

 

L come lettino (dello psicanalista) A volte, quando si pensa alla psicoterapia, vengono in mente immagini riconducibili alla psicoanalisi classica, quella teorizzata da Sigmund  Freud e dai teorici immediatamente successivi (“post freudiani”). La psicoanalisi è costituita da una complessità teorica che si traduce anche in una serie di norme da perseguire, come il numero delle sedute e l’uso del lettino (o divano). In realtà nelle altre forme di psicoterapia non è previsto l’uso del lettino, ma bensì, normalmente, di due poltrone o di un tavolo con due sedie. Tra le molteplici riflessioni che si potrebbero fare rispetto a questa differenza, quella più importante è rappresentata dal fatto che in psicoanalisi la neutralità dello psicoterapeuta è teorizzata in maniera più assoluta, quasi quindi che siano la personalità del paziente ed il suo transfert le uniche variabili intervenienti il processo terapeutico. Nell’approccio psicodinamico anche il terapeuta è parte stessa di quel campobipersonale in cui, quindi, è parte stessa della terapia.In psicoanalisi, quindi, il lettino, con il paziente sdraiato su di esso, intento a parlare senza interferenze da parte del terapeuta, è funzionale ad agire “come se” il terapeuta non fosse presente. Nella psicoterapia psicodinamica invece la possibilità dei due soggetti agenti il processo, di guardarsi, seduti su due poltrone l’una di fronte all’altra, riflette, a pensarci, questa diversa impostazione teorica.