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Separazione e divorzio: quali implicazioni

La separazione dal partner, anche nel caso in cui si tratti di una scelta comune, è un complesso processo di transizione e trasformazione che tocca diversi livelli dell’esperienza individuale e non può, quindi, che essere foriero di una certa quota di sofferenza. Un po’ come per qualunque altra relazione significativa, una coppia non inizia ad essere tale in un preciso momento e, allo stesso modo, non finisce di essere tale da un momento all’altro.

Si smette di essere una coppia in maniera progressiva; il processo di separazione inizia ben prima della decisione stessa di separarsi ed in questo percorso, i due membri della coppia devono compiere degli sforzi di non poco conto, che vanno a toccare diversi aspetti.

Le diverse dimensioni della separazione

La progettualità dei due membri infatti cambia: la prospettiva comune che era stata stabilita o quanto meno pensata, va a sgretolarsi. Il “noi” deve cedere il passo a “io e te” e già questo è indicativo di come il processo di separazione abbia delle ripercussioni anche su un piano identitario.  Ripercussioni positive e/o negative, costruttive o meno, ma comunque presenti. Separarsi significa quindi dover ricostruire il senso di sé e nella maggior parte dei casi anche la propria vita.

La separazione implica di norma cambiamenti dal punto di vista abitativo; e cambiare casa non significa solo cambiare abitazione. Significa cambiare punti di riferimento, abitudini, modalità di spostamento. Cambiano per esempio gli orari, cambiano le attività del tempo libero, cambia la vicinanza di altre figure significative, la rete sociale nel senso più ampio del termine.

In molti casi a cambiare è anche la condizione economica; è possibile che venga perso un certo status, o un certo stile di vita (come nel caso di quelle persone che non lavorano, o di chi debba far fronte ad un assegno di mantenimento difficile di sostenere).

E se ci sono dei figli?

La situazione diviene poi ancora più complessa e, in molti casi, dolorosa, quando ci sono dei figli. Un padre e una madre dovranno abituarsi a stare con I propri figli in maniera frammentata, a trascorrere dei momenti della giornata o della settimana in cui non sapranno come stanno davvero, non sapranno di cosa hanno bisogno. Ciò può incidere profondamente sul benessere della persona, costretta a sentirsi impotente o inefficace.

Separazione conflittuale e figli

Questa condizione si inasprisce laddove vi sia conflitto tra i partner. I figli rappresentano spesso, in questi casi, proprio il “terreno” su cui si gioca questa conflittualità. Ciò è tanto presente nella comprensione razionale di ciascuno di noi, quanto è difficile da sentire, discernere, percepire nell’esperienza di chi si trova a gestire una dimensione così tanto delicata.

Non sempre infatti un genitore manipola coscientemente il proprio figlio per danneggiare l’ex coniuge. Forse, nella maggior parte dei casi, accade semplicemente che l’adulto proietti sul proprio figlio quelli che sono i suoi bisogni: ed il figlio li rende parlabili, con il suo disagio, con i suoi “sintomi”.

E così un figlio può, per esempio, divenire una fonte di informazioni; può essere un involontario veicolatore di messaggi; oppure può essere strumento di conferma delle nostre capacità genitoriali, o del fallimento di quelle dell’ex coniuge.

Gli scenari e le dinamiche possibili sono evidentemente molto articolate, ma forse non è riduttivo affermare che soprattutto in questi casi, ma anche in assenza di figli, è necessario che i due partner si adoperino per portare a termine il processo di separazione in primo luogo a livello emotivo/affettivo.

Quando un figlio, durante o dopo una separazione, diviene “il problema”, potrebbe essere utile, per i genitori, pensare al suo disagio come il sintomo di una separazione ancora incompiuta. D’altro canto, la separazione può essere assimilabile ad un lutto e, come tale, può subire tutte le fasi di elaborazione e di congelamento proprie di questo stesso processo.

Se allora una separazione è congelata, essa non ha mai fine e diviene quindi impossibile. In termini opposti si può allora affermare che il legame ancora esiste, ma non è più costruttivo.

Cosa comporta separarsi davvero dal partner? Come ci fa sentire questo, che emozioni ci provoca? A quali esperienze di vita questa separazione potrebbe collegarsi e, se ci fermiamo a pensarci, come abbiamo vissuto quelle esperienze?

Porsi queste domande, pur senza avere una risposta nell’immediato, potrebbe essere molto utile per darsi il tempo di comprendere quale sia davvero il proprio rapporto con ogni separazione (per esempio quelle vissute in età evolutiva) e, solo dopo, con la separazione dal proprio partner.